In Campania fino a un mese fa si parlava di riaprire gli stadi ai tifosi e poi invece, come d’incanto, in un batter d’occhio sono state chiuse le scuole. E’ vero, nell’ultimo mese i contagi da Covid 19 in regione, volendo usare un termine “tecnico” tanto di moda in questi giorni, sono aumentati in maniera esponenziale arrivando a più di 3.000 casi…tantissimi! E allora che si fa? Quale è la soluzione? Fioccano Ordinanze regionali, DPCM del Governo… chiusure, riaperture, probabilmente a breve un nuovo lockdown, insomma una grande confusione …e come al solito a pagarne le conseguenze sono sempre le categorie più deboli tra le quali ci sono loro, i nostri ragazzi, gli studenti costretti a restare casa in modalità DaD, la cosiddetta didattica a distanza. E così solo in Campania, e non nel resto d’Italia, è arrivata, ormai da 15 giorni, la tanto temuta chiusura delle scuole; tema tanto discusso che è solo uno dei fronti dello scontro tra il Governo e le Regioni che rivendicano il loro diritto a scelte autonome.

Ma è davvero così criticabile la scelta del Governatore De Luca? Da madre, in questo momento storico, mi viene da affermare di no, anzi, è stata una scelta giusta; tuttavia è da considerarsi una scelta, sicuramente non la soluzione al problema. Come ha recentemente affermato anche Agostino Miozzo, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, a scuola i ragazzi sono al sicuro e togliere gli studenti dalle aule, dalle loro scuole e relegarli a casa, in un angolo della loro casa, davanti ad un computer, in didattica a distanza, non può essere sicuramente una soluzione per alleggerire la pressione sui trasporti pubblici, vero aspetto critico della questione, soprattutto degli ultimi giorni.

I numeri, infatti, parlano chiaro: i contagi nelle scuole sono stati davvero irrisori rispetto al numero totale dei contagiati, e non è la scuola uno dei luoghi di maggior contagio ma tutto quello che ci gira intorno. Dagli assembramenti fuori le scuole al grande caos dei trasporti pubblici, vero e proprio fianco scoperto non soltanto del Governo ma anche delle Regioni e dei Comuni, a causa dell’estrema parcellizzazione di responsabilità in questo settore. Si può chiudere la scuola, si possono limitare l’accesso alle piazze, alle strade, si può bloccare la movida, ma con i trasporti? Di certo non si possono chiudere e d’altro canto a nulla serve limitare tutto il resto, feste comprese, se poi si è costretti a viaggiare come sardine ammassate in un pullman piuttosto che in una metro. Le immagini di denuncia di questi giorni che girano sui social sono davvero sconcertanti e mostrano come sui mezzi di trasporto si viaggi senza il minimo distanziamento né rispetto di alcuna regola vigente. La problematica non è certo di facile risoluzione: lo stesso Miozzo aveva proposto ai Comuni di utilizzare gli autobus turistici, fermi a causa del crollo momentaneo del turismo, integrandoli con il sistema dei trasporti pubblici e scolastici. Addirittura, i tecnici del Comitato Tecnico Scientifico negli ultimi mesi, in previsione della ripresa post pausa estiva, avevano preparato delle tabelle con flussi di entrata e uscita di operai /studenti /dipendenti pubblici; e allora ci si domanda perché i Comuni non abbiano utilizzato questi studi per costruire orari compatibili per tutti e per evitare pericolosi incroci e affollamenti nei mezzi pubblici.

Si pensa, si studia il problema, ci si gira intorno, si propongono soluzioni complesse ma alla fine si adottano quelle più semplici che probabilmente sono anche le più dannose sicuramente per il futuro dei nostri ragazzi! Questa emergenza pandemica non ha fatto altro che mostrare le falle del nostro sistema Italia che nel corso degli ultimi anni ha fatto scelte ed investimenti sbagliati praticando tagli in settori quali la scuola, i trasporti e soprattutto la sanità dove invece andavano effettuati ingenti finanziamenti. Osservando tutto quello che sta accadendo, la sensazione per tutti noi cittadini è quella di vivere in un grande caos dove tutti incolpano tutti scaricando le proprie responsabilità sul malcapitato di turno.  Dalla Azzolina alla De Micheli, da De Luca a De Magistris…sembra di assistere ad un torneo di paddle!

E nel frattempo oltre al Covid-19 che continua a mietere vittime, chi è al governo del nostro Paese sta uccidendo il nostro essere uomini, stipati sui bus come in carri bestiame, e quindi il nostro senso civico. Ma  se a morire in questo momento è la nostra cultura e quella dei nostri figli, non bisogna arrendersi e va insegnato loro che vivere è operare con coraggio e determinazione senza mai desistere perché utilizzando una citazione di Victor Hugo: “Morire non è nulla, non vivere è spaventoso”!