Non ricordiamo neanche più quando sia stata l’ultima volta che si sia data una lieta nuova sul trasporto pubblico in Campania. Anni ed anni a parlare di collassi e fallimenti ed oggi purtroppo nulla sembra cambiare, il comparto gomma dopo le disfatte, in ordine cronologico, di Acms, Cstp Eavbus ed Amts ne segnala ancora una: la grave crisi della Ctp, Compagnia Trasporti Pubblici di Napoli. Che la partecipata del tpl dell’ex Provincia di Napoli fosse in pessimo stato non lo si scopre oggi, già nel 2012 la recessione economica aveva inferto un gran colpo provocando un rilevante taglio di chilometri e corrispettivi, ma che da allora non si invertisse più la rotta lo si è appurato al momento dell’abolizione della Provincia e la conseguente istituzione, a partire da gennaio 2015, della Città Metropolitana, infatti il neonato ente napoletano, pur garantendo la salvaguardia dei servizi e la relativa continuità aziendale della Ctp, non riesce ad assicurare le risorse necessarie a copertura dei costi, provocando un vero e proprio col-lasso ai processi aziendali. Nono-stante i proclami del sindaco De Magistris a garanzia della mobilità nell’area metropolitana, della tutela del personale e di una eventuale aggregazione con l’Azienda Napoletana Mobilità (ANM), gli ultimi due mesi hanno sancito il definitivo crollo economico della Ctp; allo stato attuale i numeri sono avvilenti, l’azienda di trasporto dell’ex Provincia registra, oltre al buco di bilancio strutturale, una diminuzione di oltre il cinquanta per cento del servizio causata dalla scarsa disponibilità di autobus senza manutenzione che restano fermi nei vari depositi. A questo si aggiungerà, vista la mancanza di risorse economiche ed in assenza di misure immediate da parte della proprietà, l’impossibilità di acquistare il carburante e di provvedere ai rinnovi delle polizze assicurative prossime alla scadenza. A peggiorare la già complessa situazione si è aggiunta, nei giorni scorsi, la problematica della società Namet, partecipata della Ctp, alla quale, a seguito di un pignoramento, sono stati posti i sigilli alle colonnine del metano bloccando sia l’e-rogazione del metano ai mezzi Ctp del deposito di Arzano, sia l’erogazione delle vetture private nella stazione esterna, un provvedimento che ha danneggiato la Ctp e la stessa Namet per i mancati incassi che ne deriveranno. I primi risultati del-la disastrosa condizione in cui versa la Ctp si sono manifestati negli ultimi giorni, difatti dai vari depositi sono usciti un numero risibile di autobus rispetto a quelli regolarmente previsti, rasentando quasi la totale interruzione del servizio pubblico; al riguardo, non solo l’assenza di carburante la-scia i mezzi in deposito, ma anche lo stop delle operazioni di manutenzione effettuate dalle ditte esterne, i cui crediti vantati dalla Ctp hanno rag-giunto cifre tali da non consentire ulteriori proroghe di pagamento. A conti fatti, dunque, se fino a qualche mese fa il servizio veniva garantito anche grazie al senso di responsabilità e spirito di collaborazione dei lavoratori, nono-stante i ritardi degli stipendi e le inadempienze aziendali relative agli aumenti salariali previsti dal rinnovo del CCNL e dei buoni pasto correnti ed arretrati non elargiti, oggi si regi-stra la negazione del diritto alla mobilità ed un servizio di tpl, nell’area metctp-busropolitana di Napoli e nella Provincia di Caserta, ai minimi termini dovuto alle varie concause ed all’impossibilità quindi di utilizzare gli autobus aziendali fermi al palo nei depositi. Nel frattempo diverse sono le note inviate dalle Organizzazioni Sindacali Confederali e di Categoria di Cgil Cisl e Uil al Sindaco De Magistris per l’apertura dello stato di crisi e la richiesta di un urgente ed immediato intervento. Tralasciando in prima battuta i crediti che Ctp vanta nei confronti della Regione (circa due milioni) e della Provincia di Caserta (due milioni), di cui ancora non si conoscono i tempi di pagamento, i vertici aziendali stanno provando ad avviare un percorso che prevede l’apertura di una nuova linea di credito per ottenere quelle risorse economiche utili e necessarie alla ripresa delle attività aziendali. Allo stesso modo si sta verificando la possibilità di sottoscrivere un piano di rientro con i fornitori e le aziende private che effettuano le attività di manutenzione, per la corresponsione, alle stesse società, dei crediti vantati con modalità da concordare, al fine di consentire la ripresa delle lavorazioni e quindi la riparazione degli autobus fermi per guasti. Tuttavia, a prescindere da quello che il management aziendale potrà mettere in campo, considerato che la ricapitalizzazione della Ctp è regolarmente prevista per il mese di giugno, nulla potrà cambiare le sorti societarie senza un intervento straordinario ed immediato della proprietà in termini finanziari. Ma c’è di più e non lascia certo ben sperare. Dopo aver infatti disatteso, ad oggi, ogni proclamo a garanzia delle risorse necessarie per la salvaguardia della continuità aziendale e della conseguente mobilità nell’area metropolitana, compresa l’eventuale operazione di fusione con Anm, la stessa proprietà è intenta a chiudere proprio in questi giorni un accordo politico con la Regione Campania che prevede l’affidamento dei servizi ex Eavbus proprio a Ctp, un processo che, viste le condizioni economiche finanziarie di entrambe le realtà, nei fatti sommerebbe solamente le passività facendo aumentare quelle già in essere. A dir poco paradossale! Se infatti, ad oggi, Città Metropolitana non riesce a garantire le risorse e ripianare il passivo della Ctp per scongiurare la definitiva interruzione del servizio di trasporto nell’area metropolitana di Napoli e nella Provincia di Caserta, come potrà mai sostenere i costi dei due complessi aziendali accorpati?!

Pierino Ferraiuolo