Procida, capitale italiana della cultura per il 2022. Lo ha annunciato il ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso della cerimonia di proclamazione. La sua storia millenaria e la sua pittoresca bellezza hanno reso possibile, per la prima volta, la vittoria di un’isola, un piccolo borgo terra di pescatori: così la piccola isola campana ha sbaragliato altre prestigiose località finaliste quali Ancona, Bari, Cerveteri, Pieve di Soligo (Treviso), L’Aquila, Taranto e Grecia Salentina, Trapani, Volterra e Verbania Lago Maggiore.

Certo è che Procida affascina tutti, lì il tempo sembra essersi fermato e la sua bellezza è in cose semplici: pescatori, mare azzurro e barche, limoni, colline, piccoli borghi variopinti con case gialle, azzurre, rosse, arancioni, bianche: un arcobaleno che accoglie il viaggiatore e gli dà il benvenuto. E poi Terra Murata, con il maestoso Palazzo D’Avalos, il borgo in cui i procidani si rifugiavano durante le scorrerie dei saraceni; la Corricella, piccolo e coloratissimo incastro di case di pescatori, scelto da Massimo Troisi per alcune scene de “Il Postino”; le spiagge del Vecchio Pozzo e della Chiaiolella; ed infine il caratteristico isolotto di Vivara con la sua area marina protetta. Ma ciò che ha determinato la vittoria dell’isola campana, oltre alle sue indiscusse bellezze, è stato un intenso lavoro progettuale che punta ad un nuovo modello di turismo, partendo dagli artisti, dai pescatori e dai colori inconfondibili dei vicoli di Procida per allargarsi al sociale e alla tecnologia. Ben 44 idee progettuali con il coinvolgimento dell’intera area dei Campi Flegrei.

Procida avrà il compito di accompagnare tutto il paese verso la ripartenza e la rinascita che tutti aspettano.

Dovrà essere la metafora di una comunità che riscopre l’entusiasmo verso il proprio territorio e, soprattutto, un punto di partenza e di condivisione con tutte le altre piccole isole italiane. Testimonianza questa che il mare, spesso recepito come un elemento di separazione, deve essere inteso come un elemento di connessione per creare legami con il Mediterraneo ed il resto del mondo. Come ha sostenuto proprio il Ministro Franceschini quello procidano è “un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere”, ma, soprattutto, è “un augurio per tutti noi e per il Paese nei mesi che ci attendono”.

L’isola di Procida potrà diventare così un riferimento per tante realtà minori non soltanto campane ma di tutto il Mezzogiorno. Perciò, come sostenuto nel motto del progetto isolano, la cultura “non isola”, anzi, al di là dei giochi di parole, innesca potenti risvolti economici: l’arte, il turismo sostenibile, la riqualificazione ambientale, i finanziamenti e, soprattutto, nuove opportunità di occupazione per i giovani!