È notizia di questi giorni che negli USA, la massima autorità sanitaria che dirige l’operazione vaccino, la Centers for Disease Control (Cdc), ha preparato l’elenco dettagliato delle categorie definite “forza lavoro in prima linea” che avranno diritto, per primi, al vaccino anti Covid. Una lista con “l’ordine di priorità” per tutti quei lavoratori che hanno necessità di essere immunizzati quanto prima perché sono quelli più esposti e sempre in prima linea, personale che è quotidianamente a contatto con il pubblico. Commessi e commesse dei supermercati, insegnanti, operai dell’industria alimentare, dipendenti dei trasporti pubblici, autisti di bus e treni, categorie a rischio, servizi di pubblica utilità, produttori di beni essenziali che non possono lavorare da casa. Perché è scontato dirlo, ma per le aziende è importantissimo avere del personale immune a questo maledetto virus. Nessuno può, considerata la pericolosità di questo virus, permettersi di abbassare la guardia e rilassarsi, nemmeno per un attimo, soprattutto quei lavoratori che sono a contatto costante con il pubblico, quei lavoratori dei servizi essenziali, non possono permettersi di rischiare la vita. La salute prima di tutto. Sembrerebbe banale dirlo ma purtroppo non lo è. Perché se altrove qualcosa può sembrare ovvio e scontato, a volte da noi non è poi così banale. A dicembre 2020 si era già discusso sulla necessità di includere i lavoratori del settore trasporti nella prima fase di vaccinazione anti Covid, una cosa per noi scontata e ovvia, ma invece… nulla da fare. Evidentemente gli addetti alla logistica, i marittimi e i portuali, gli autoferrotranvieri, il personale ferroviario, quello del comparto aereo, i lavoratori dell’igiene ambientale e il personale della viabilità autostradale non sono ritenuti strategici perché come si evince dalle indicazioni contenute nel Piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, stilato dal Ministero della Salute, non sono stati inseriti nella prima turnazione di vaccinazioni, dedicata invece ad altre categorie ritenute prioritarie, come gli operatori sanitari e sociosanitari, i residenti e il personale dei presidi residenziali per anziani, le persone di età avanzata, considerati maggiormente a rischio per motivi professionali e per patologie pregresse.

Nonostante i lavoratori e le lavoratrici del comparto trasporti rientrino, di fatto, tra quelli appartenenti ai servizi essenziali, vengono però esclusi dalla prima fase di somministrazione dei vaccini, proprio loro che durante tutto il periodo della pandemia hanno garantito la propria presenza, nelle loro aziende, presso i luoghi di lavoro. Proprio loro che continuano, ogni giorno, a lavorare con la paura in corpo, con un fardello sul cuore e come i medici o gli operatori sanitari sono in contatto diretto con una moltitudine di persone e rischiano quotidianamente la propria vita. No, qui da noi non è prevista per questa categoria di lavoratori la priorità nella somministrazione del vaccino; sembrerebbe, per chi ci governa, che questi lavoratori contino davvero poco. Cosicché, a porre l’attenzione sulla delicatissima questione sono state le Organizzazioni Sindacali di categoria, a seguito della campagna vaccinale iniziata il 27 dicembre scorso e dell’arrivo delle prime dosi di vaccino da Pfizer, quasi alla soglia delle 700 mila somministrazioni di dosi. La Uiltrasporti, insieme alla Filt Cgil e Fit Cisl, ha ben pensato di indirizzare una missiva al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Ministero dei Trasporti Paola De Micheli, al Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e al Presidente dell’Associazione nazionale Comuni italiani Antonio Decaro per sottolineare la necessità di inserire i lavoratori del settore all’interno della prima fase di vaccinazioni previste dal piano e non a partire dalla seconda. I lavoratori e le lavoratrici del settore trasporti sono categorie prioritarie, questo è indiscutibile, e vanno assolutamente sottoposti, alla stregua delle altre categorie essenziali, alla prima fase di vaccinazione, non è possibile aspettare ulteriore tempo, soprattutto in previsione della ripresa delle lezioni scolastiche in presenza che farà inevitabilmente registrare un massiccio ritorno di studenti e insegnanti sui mezzi di trasporto, bus e treni, e di conseguenza, un inevitabile aumento del rischio di contagio. È impensabile escludere da questa fase proprio i lavoratori del comparto trasporti, proprio coloro che in questi difficili mesi di crisi sanitaria hanno continuato a fornire la loro opera esponendosi al rischio del contagio, proprio loro che hanno lavorato, a volte, in condizioni davvero precarie, con dispositivi di protezione individuale non idonei, in luoghi non adeguatamente sanificati, in condizioni dove garantire l’opportuno distanziamento sociale era davvero impossibile.

 No, a loro non spetta di diritto potersi vaccinare da subito, proprio loro che hanno garantito a tutti i costi la mobilità delle persone, proprio coloro che fanno parte di un servizio essenziale per il nostro Paese. E le OO.SS. hanno voluto ribadire la strategicità che i lavoratori di questo settore ricoprono all’interno della compagine economica nazionale, importanti alla pari di altri lavoratori, in questo momento di pandemia, come il personale sanitario. Oltre alla richiesta di inserire tutti gli addetti del settore nella prima fase di somministrazione del vaccino, considerate le difficoltà operative a cui l’operazione sta andando incontro, le Organizzazioni Sindacali hanno anche portato sul tavolo “la possibilità di autorizzare, e conseguentemente utilizzare, la struttura sanitaria di Rete Ferroviaria Italiana che è articolata, con i propri operatori sanitari e sociosanitari, su tutto il territorio nazionale e che dispone di tutte le condizioni per supportare il servizio sanitario nazionale in un momento così delicato per la popolazione italiana”. Una possibilità questa che potrebbe di sicuro aiutare il servizio sanitario ed accelerare la somministrazione delle dosi. Le iniziative poste in essere dal Governo, nel nostro Paese, per la lotta al Covid 19 vanno assolutamente rispettate e seguite ed è necessario continuare a combattere questo mostro con comportamenti responsabili nella speranza che questo vaccino possa presto sconfiggerlo completamente. Ma è impensabile che certi lavoratori non vengano considerati importanti e fondamentali alla stregua di altri. Anche loro, i lavoratori dei trasporti, a modo loro, durante questa crisi pandemica, sono stati dei veri eroi, hanno tenuto in piedi l’Italia in lockdown, non dimentichiamolo, hanno assicurato rifornimenti in tutte le aree del Paese, hanno lavorato in prima linea con l’obiettivo di fare la propria parte contro questa bieca guerra. Lavoratori essenziali per i quali non è esistito un lockdown o lo smart working, impegnati a garantire al resto della popolazione che la vita, in qualche modo, potesse andare avanti. È compito di TUTTI prendersi cura di loro.