Carissimo, ti   scrivo per raccontarti ciò che mi capitato la scorsa sera. Sono due giorni che ci penso, ora te parlo chiedendo il tuo parere. Ero in cucina e, sebbene fosse tardi e molto stanca, cercavo in rete alcune sentenze della Cassazione che avrebbero infoltito la mia preparazione in vista di un’udienza importante   che si avvicinava. Mi resi conto di aver bisogno una pausa, almeno di dieci minuti, avevo dei bagliori davanti gli occhi, così uscii dal sito e cercai qualcosa di più ricreativo. Capitata nella scena di un telefilm nel momento in cui un chirurgo era intento ad aprire la scatola cranica ad un paziente, mettendone a nudo il cervello e durante il suo intervento affermava: “Guardate come ha fatto le piramidi, la Gioconda, internet”. Assimilai le parole pronunciate dall’attore e tornai alla mia ricerca. Tutto inutile, ero completamente deconcentrata, pensavo in continuazione alla frase che avevo sentito. Dovetti ammettere che dalle   piramidi ad internet, passando per la Gioconda, era compresa tutta l’avventura umana degli ultimi cinquanta secoli, bella sintesi. Mi misi in poltrona a fumare una delle mie rarissime sigarette. Di solito dieci, dodici in un anno. Guardavo gli arabeschi creati dal fumo che uscivano lentamente dalla mia sigaretta e mi persi nel mio personalissimo film. Ad un certo punto, mi concentrai su quella frase pronunciata dall’attore, chirurgo nella finzione televisiva, e ripensai a quel 1,8 Kg  di materia miracolosa quanta strada ci ha fatto fare.  In ogni caso  tante altre conquiste sono state fatte grazie a quel masso di   cellule grigie.  Si è sviluppata l’agricoltura, l’allevamento, la ruota, la scrittura. Abbiamo utilizzato il fuoco, abbiamo deviato fiumi, prosciugato paludi.

Eccezionale il progresso fatto dall’uomo e partito tutto grazie al cervello.  Mentre ero lì a magnificare questo portentoso agglomerato cellulare cominciai a dubitare della capacità del cervello di saper gestire però quanto riesce a creare. Frutto di quegli stessi neuroni che lo compongono sono le guerre, le stragi, ogni possibile forma di violenza singola o collettiva che ci viene in   mente. Lo sfruttamento delle persone, le pulizie etniche, il dare la morte ai nostri simili o ad altre forme di   vita che condividono con noi la terra, la vera Arca di Noè, l’unica che abbiamo. Ma allora quel magnifico   concentrato di materia fatta di neuroni che tanta luce emana nelle tenebre è capace di produrre altra tanta   oscurità? Il discorso è sempre lo stesso, il bene e il male, il buio e la luce, l’inferno o il paradiso. Anche coloro che svolgono la mia professione, tutti, dicono di cercare giustizia, la cerchiamo nelle aule dei   tribunali, le aule di tutto il mondo. Raccontiamo fatti ad altri esseri umani simili a noi, giuriamo sulle loro sentenze asettiche per dare giustizia alla gente, giustizia intesa come il bene, la luce. Ma i giudici per quanto si sforzino di essere imparziali, anche loro sono governati dallo stesso organo che governa tutti, quel coacervo di bene, e anche loro hanno il male prodotto dai neuroni. Forse loro, i magistrati, non   hanno le nostre stesse sensazioni, sentimenti, dubbi ed umane debolezze? Loro producono sentenze agendo secondo opportunità, seguendo i codici. La giustizia non è di  questo mondo, lo diceva sempre   mia   nonna. Ruja apri gli occhi e fai funzionare il cervello!
Salutami chi vuoi.. Rujamar!