Dopo anni, J.K.Rowling ritorna a far parlare di sé e a portare al cinema un’intera generazione di appassionati del genere. La famosissima scrittrice della saga di Harry Potter, infatti, ha preso di nuovo la penna in mano per sciogliere le perplessità che avevano attanagliato i fan dopo l’ultimo libro. Chi è Grindelwald e perché viene nominato così spesso nella serie? Cosa vede davvero il professor Silente nello Specchio delle Brame? Perché e come la Bacchetta di Sambuco appartiene a lui? L’autrice ritorna sui suoi passi e ricostruisce una saga cinematografica come prequel di quella che ormai è diventata una leggenda del fantasy moderno; già nel 2016 era uscito il primo capitolo ”Animali Fantastici e Dove Trovarli”, raccontandoci le sue risposte grazie all’ideazione di un personaggio nuovo. Newt Scamander, protagonista della serie, è un eroe particolare, diverso: coinvolto dallo scorrere dei fatti, dichiara apertamente di non volersi schierare per continuare a vivere la sua vita da allevatore di creature magiche. Se nel primo film la situazione era stata leggermente introdotta, quest’ultimo capitolo apre piste inimmaginabili, fonda storie su colpi di scena lasciati in sospeso e, sul finale, punta sullo stupore.

La generazione cresciuta a pane ed Harry Potter, ritornata in sala ad assaporare quello che riportava il target di ”film per bambini” ha però trovato molto da criticare in quello che inevitabilmente è un capitolo di passaggio per un film successivo. Innanzitutto, c’è un problema temporale: in alcune scene viene presentata ad Hogwarts la professoressa McGranitt, fatto impossibile. La storia, infatti, è ambientata nel 1927, anno in cui, stando ai dati forniti in precedenza dalla stessa autrice, l’amata professoressa avrebbe dovuto avere solo tre anni. Inoltre, molti fan hanno visto questo capitolo come un inutile tentativo di ”allungare il brodo”, cadendo del terribile tranello del denaro in cui molte scrittrici di successo crollano; mostrano delusione confrontando i due film con la saga principale.

Eppure, la magia di ritornare ad Hogwarts è insuperabile: nuovi volti, nuovi incantesimi, musiche mozzafiato e costumi di altra epoca rimandano in un’avventura che, anche se fosse stata ”costruita a tavolino”, è stata montata egregiamente. Un film in grado di tenerti incollato allo schermo e, seppur non paragonabile sotto certi aspetti agli altri otto con protagonista il giovane mago con gli occhiali, è in grado di trasmettere la voglia di vedere anche il successivo. Criticare, a questo punto, non sembra una soluzione saggia: diamo fiducia a quella che sappiamo essere una grandissima scrittrice. E il problema temporale? Probabilmente non c’è neppure, e la McGranitt presentata non è altro che una parente della paziente insegnante di Trasfigurazione.
Una storia che, stavolta anche grazie a collegamenti ad avvenimenti realmente accaduti, ha un messaggio davvero attuale. Un uomo con intenzioni malvagie riesce a portare al suo seguito persone deboli ed ignoranti grazie ad una propaganda falsa, in grado di toccare i loro punti deboli. Ammette di non odiare nessuno, quando i suoi reali scopi sono retti da una smania di potere e da un razzismo ingiustificato.
Sicuri che sia ”solo un film per bambini”?
Irene Mascia